Dalla progettazione all’export: come l’Italia sta guidando l’evoluzione delle tecnologie enologiche.
Il comparto delle macchine per il vino è un pilastro nascosto del Made in Italy, un settore che incide significativamente sulla bilancia commerciale italiana pur rimanendo lontano dai riflettori. Contribuendo al successo globale del vino italiano, queste tecnologie all’avanguardia assicurano standard qualitativi elevati, essenziali per mantenere la leadership sui mercati internazionali. Attualmente, il comparto genera un fatturato annuo di 5 miliardi di euro, con oltre il 46% proveniente dall’export, a testimonianza della sua capacità di rispondere alle sfide globali con innovazione e competenza.
La 30ª edizione del Simei, il salone internazionale delle tecnologie per il vino, si sta svolgendo a Fiera Rho Milano. Con 578 espositori e delegazioni da 32 paesi, questa manifestazione è il punto di riferimento per il settore. L’importanza dell’Italia nel panorama mondiale è evidente: tecnologie progettate e prodotte nel nostro Paese sono presenti in 9 cantine su 10 a livello globale. Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, sottolinea come questo comparto sia centrale per l’industria vinicola, pur essendo spesso sottovalutato.
Tra le principali novità tecnologiche presentate a Simei spiccano i macchinari per la dealcolazione, una risposta alla crescente domanda di vini No-Lo (senza o con basso contenuto alcolico). Questi prodotti, molto richiesti sui mercati internazionali, richiedono impianti altamente specializzati, aprendo nuove opportunità per le imprese italiane.
Un altro trend significativo è l’impiego dell’intelligenza artificiale (IA), che sta rivoluzionando i processi produttivi. L’IA permette alle macchine di lavorare in modalità just in time, ottimizzando la selezione delle uve, il controllo della qualità e la personalizzazione della produzione. Queste tecnologie avanzate non solo migliorano l’efficienza, ma rafforzano anche la capacità delle imprese di soddisfare le esigenze di un mercato sempre più esigente.
Nonostante i risultati positivi, il settore delle macchine per il vino deve affrontare sfide significative. Le tensioni economiche globali e le incertezze legate alla politica commerciale degli Stati Uniti stanno creando instabilità. Marzio Dal Cin, presidente di Anformape, ha evidenziato come il rallentamento dei mercati internazionali e le dinamiche politiche possano influenzare negativamente l’export, nonostante la crescente domanda americana.
In Italia, un’indagine dell’Osservatorio Unione Italiana Vini rivela che il 61% dei produttori prevede una contrazione del fatturato del 4% entro la fine dell’anno. Solo il 25% si aspetta di chiudere il 2024 con risultati stabili o in crescita rispetto al 2023. Questo quadro di incertezza evidenzia la fragilità del mercato e la dipendenza del comparto da dinamiche internazionali.
Gli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresentano una leva strategica per il rilancio del settore. A partire dal 2025, fino a 5 miliardi di euro saranno destinati al comparto, di cui 2 miliardi in fondi a fondo perduto. Questi investimenti mirano a sostenere l’internazionalizzazione, promuovere l’innovazione e rafforzare la competitività delle imprese italiane.
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