Incontro con l’antropologo Marino Niola
La sirena Partenope, i Bastardi di Pizzofalcone e come i giovani scoprono oggi Totò. L'immaginario di Napoli in Italia e nel mondo attraverso i suoi racconti nei secoli. Dalla letteratura al cinema, passando per il teatro e la musica, il primo incontro di RepIdee è stato dedicato a tradizioni, simboli, riti, credenze: l'intero sistema culturale della storia della città. A ragionare sull'immaginario di Napoli Maurizio de Giovanni, Antonio Franchini e Marinio Niola, affrontando il tema da diverse angolazioni, legando scrittura, lavoro editoriale, analisi antropologica.
Proprio Niola, in apertura, ha tracciato la rotta, indicando come elemento indispensabile per poter parlare di Napoli il racconto della sirena Partenope. "Il mito fondativo ancora oggi resistente, da cui tutti continuano ad attingere, che si proroga nei secoli, arrivando fino a noi solido e rinnovato". Mito e tradizioni che nelle storie di Maurizio de Giovanni sono diventate un nuovo punto di riferimento, hanno fondato un nuovo immaginario.
Infatti lo scrittore dei Bastardi di Pizzofalcone e della serie del commissario Ricciardi ha raccontato che "una volta un tassista mi guardò nello specchietto retrovisore e mi chiese se ero un bastardo. Questo per dire come il racconto, le storie, i personaggi diventano immagini fortissime e entrano nella vita delle persone, si tramutano in punti di riferimento, delle ancore culturali".
Su quanto è cambiato il rapporto nel tempo con la tradizione, Franchini ha evidenziato che nella storia della città ci sono stati degli snodi fondamentali, momento come l'inizio degli anni Ottanta. "Dopo il terremoto ci fu una nuova generazione di scrittori, autori, figure culturali giovanissime che compresero come c'era necessità di un racconto diverso, come il bisogno di una nuova aria, una ventata forte che guardasse al futuro".
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